I due giovani spettatori del Rally dell’Appennino che sono deceduti sono Davide Rabotti, 21 anni, universitario, il padre poliziotto della Questura reggiana e la mamma impiegata sempre in Questura e Cristian Poggioli, 35 anni, originario di Serramazzoni e residente a Lama Mocogno (Modena) dove conviveva con la fidanzata. Cristian lavorava nel consorzio agrario, il padre ex dipendente della Ferrari.
Per quanto riguarda l’equipaggio della Peugeot 208 numero 42, uscito illeso dall’incidente, alla guida dell’auto c’era Claudio Gubertini, 41enne vigile del fuoco residente a Serramazzoni, mentre il navigatore era Alberto Ialungo, titolare di una macelleria in Viale Umberto I in città.
Il tragico incidente è avvenuto verso le 10.00, nel corso della 41° rally dell’Appennino reggiano.
Secondo una prima ricostruzione della dinamica a cura dei Carabinieri di San Polo d’Enza, durante la gara, a Riverzana, tra i comuni di San Polo d’Enza e Canossa (direzione Borsea – castello di Canossa) su un tratto rettilineo del circuito, un equipaggio a bordo di una Peugeot 208, per cause ancora al vaglio, ha perso il controllo del mezzo uscendo dal circuito.
A causa della forte velocità e di un terrapieno che ha fatto da rampa, si è staccata dal suolo precipitando su una vicina collinetta dove si trovava del pubblico, investendo due giovani che sono morti sul colpo.
La gara è stata sospesa.
Simone Bettati: ” Nel corso dello svolgimento della seconda prova speciale, denominata Matilde di Canossa, alle ore 9.53 è arrivata comunicazione in direzione gara che la vettura numero 42, condotta dall’equipaggio Gubertini-Ialungo, è occorsa in un incidente in prossimità della postazione 34 della prova speciale, poco prima del decimo chilometro della prova, tra le località Grassano e Rivazzana di San Polo d’Enza. Sono state subito fermate le partenze delle vetture, esposte le bandiere rosse agli intermedi precedenti l’incidente ed stato richiesto l’immediato intervento dei soccorsi, che sono sopraggiunti sul luogo dell’incidente in tempi estremamente ristretti – come vi dettaglierà il medico di gara -; la dinamica è ancora da chiarire ed è al vaglio degli inquirenti; da una prima analisi, la vettura è uscita di strada, è salita su un terrapieno, investendo due persone che si trovavano sul luogo e che sono purtroppo decedute. Da una prima analisi, è merso che la corsa della vettura è finita su un terrapieno alto circa 7 metri, e ad una distanza di oltre 50 metri oltre il punto di uscita dalla sede stradale.”.
Dettagli sui soccorsi sono stati esposti dal medico di gara, il dottor Gherardo Vandelli: “Dopo il segnale di SOS, è stata attivata l’ambulanza presente all’intermedio della prova speciale, che si trovava a circa 2 km dal luogo dell’incidente. L’ambulanza è partita alle 9.54 ed è arrivata sul luogo dell’incidente alle 9.57. Giunta sul posto, il rianimatore, constata la presenza di due gravi poli-traumi, ha richiesto l’intervento dell’ambulanza presente alla partenza della prova, che è partita alle 9.58 ed è arrivata sul luogo dell’incidente alle 10.11. Sempre a causa della gravità dei due feriti, alle 10.03 è stato attivato l’elisoccorso tramite la centrale operativa di Parma. I medici hanno iniziato le manovre rianimatorie, effettuale sino a 5 minuti dopo all’arrivo dell’elisoccorso. A questo punto, perdurando l’incoscienza e l’assenza di battito cardiaco e di respiro delle persone soccorse, in accordo con i colleghi dell’elisoccorso è stato deciso d’interrompere le manovre rianimatorie, constando il decesso delle vittime, che sono due uomini, C.P. di 33 anni e D.R. di 21 anni”.
A chiudere la conferenza stampa è stato Alen Carbognani, presidente del comitato organizzatore ASD Grassano Rally Team: ” Prima di tutto, porto alle famiglie delle vittime le più sentite condoglianze del comitato organizzatore. In segno di rispetto delle vittime, in comune accordo con il direttore di gara ed i commissari sportivi, la gara è stata ovviamente interrotta ed annullata. Per tutti noi di Grassano Rally Team questa tragedia rappresenta un dolore indescrivibile. La collaborazione dell’organizzazione con le forze dell’ordine è e sarà sempre massima”.