Spaccio, minacce e botte ai Carabinieri: arrestati 43enne tunisino e la sua compagna

Lui è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, Moncef Abidi. Lei, la sua compagna. I due, fermati per spaccio portati in caserma, sono stati arrestati.

Lui, per droga, appunto. Lei, per aver danneggiato la caserma e aver minacciato i carabinieri.

Abidi, 43 anni, era stato arrestato per il tentato omicidio di un connazionale pochi mesi fa, poi accompagnato al Cpr di Caltanisetta per l’espulsione. Ma alla fine da Reggio non se ne è mai andato.

Giovedì pomeriggio, poco dopo le 14, è stato fermato dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Reggio Emilia, durante un servizio antidroga, in via Filangieri, in sella a una bicicletta

Perquisito, gli hanno trovato addosso tre dosi di cocaina nascoste sotto l’anello infilato in un dito: lui ha rifiutato di fornire l’indirizzo del suo domicilio e di comunicare il codice di sblocco di uno dei suoi due cellulari, quello che squillava in continuazione durante i controlli.

Dal numero in entrata i militari sono risaliti al chiamante che, convocato in caserma, ha ammesso di conoscere il tunisino, suo abituale fornitore di cocaina, con il quale aveva l’appuntamento per la consegna dello stupefacente.

Il 43enne tunisino è stato arrestato e portato in carcere. I militari sono poi riusciti a sbloccare il telefono e, grazie a un’analisi dei messaggi, sono risaliti al domicilio dell’uomo condiviso con una donna in via Filangieri.

Li, durante la perquisizione, sono emersi da un mobile della cucina 700 euro provento dello spaccio e un bilancino di precisione con tracce di cocaina.

Durante la perquisizione la donna ha iniziato ad offendere i militari con frasi  “brutti schifosi state attenti a quello che fate, perché oggi ve la faccio pagare cara” e poi, rivolgendosi a un carabiniere, gli ha detto “tu stai attento perché ti conosco e so chi è tua figlia e dove la porti, vedi cosa le succede ora”.

Portata in caserma per le formalità di rito, alla richiesta di firmare i verbali è andata in escandescenza, ha offeso i carabinieri poi ha rovesciato a terra tutti i fascicoli ed il computer degli uffici.

Quindi ha iniziato a sferrare calci e pugni ai carabinieri, tanto da provocare un trauma all’orecchio sinistro di un militare giudicato guaribile in 4 giorni.

E’ stata arrestata con l’accusa di minaccia, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale ed è stata accusata di favoreggiamento personale in relazione all’attività di spaccio posta in essere dal compagno.

Anche lei è stata portata in carcere.

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