Baby gang delle rapine violente: tre giovanissimi in manette

Dei quattro maggiorenni della banda di bulli, uno è ora in carcere, gli altri tre ai domiciliari. Ma al vaglio c’è anche la posizione di tre minorenni che sarebbero coinvolti negli almeno quattro episodi di rapina e minacce che li hanno visti in azione a Parma.

Il modus operandi, sempre identico e ben collaudato: individuavano le vittime, giovani di 14/15 anni, che venivano accerchiati, creando in loro uno stato di confusione e timore, che consentiva di sottrarre il “bottino” scelto.

In caso di reazione le vittime venivano minacciate, c’erano aggressioni fisiche, arrivando ad attendere la vittima fuori dagli Istituti scolastici, per  indurla a ritrattare in caso di denuncia.

A incastrarli, l’operazione congiunta dei Carabinieri del Comando Stazione Carabinieri di Parma Centro e della Polizia locale di Parma, che ha dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare emessa dal G.i.p. del Tribunale di Parma Sara Micucci su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti dei 4 ventenni, tre residenti in provincia di Reggio Emilia ed uno in provincia di Parma.

Sono accusati di rapina aggravata, furto aggravato, lesioni personali, percosse e minacce, perpetrati a Parma tra novembre 2020 al mese di marzo 2021.

Le indagini, coordinate dalla Sostituta Procuratrice Emanuela Podda, hanno consentito di individuare i giovani che si sono mossi nelle vie del centro cittadino, in maniera tale da poter essere assimilati ad un gruppo di “bulli”.

Le investigazioni -sinergicamente svolte dai due organi di Polizia Giudiziaria -hanno consentito di documentare la commissione dei reati premeditati, che hanno visto quali vittime alcuni giovani, tutti minorenni, colpiti in pieno giorno, con sfrontatezza e pervicacia.

Gli arrestati hanno – secondo gli investigatori – “evidenziato assenza di scrupoli e, nonostante siano da poco maggiorenni, risultano già gravati da numerosi precedenti di polizia per reati  furto, minacce, lesioni e porto di oggetti atti ad offendere”.

La loro indole violenta sarebbe stata ricostruita anche attraverso i profili social: uno di loro, ad esempio, ha pubblicato un video in cui appariva nell’atto di maneggiare una pistola apparentemente vera. “Peraltro, durante tutto il periodo preso in considerazione nessuno di essi ha mai evidenziato segno di ravvedimento”.

Grazie  alle precise e pronte segnalazioni dei reati, si è riusciti ad identificare tutti i componenti del “gruppo”, interrompendone le azioni.

Il primo episodio contestato fa riferimento ad un furto commesso nei confronti di due 14enni commesso il 30 novembre scorso in Piazza Duomo a Parma. Intorno alle 17:50 dei giovani attiravano l’attenzione di una pattuglia in transito. Uno di loro riferiva che poco prima era stato avvicinato da una decina di ragazzi che li avevano circondati nei pressi del Vescovado.

All’improvviso alcuni ragazzi del gruppo avevano strappato la vaschetta di patatine che uno dei minorenni teneva fra le mani, mentre un altro gli aveva preso il telefono cellulare.

Il secondo episodio si è verificato il  4 gennaio;  la vittima era stata un 14enne parmigiano.

Il giovane, in prossimità di Viale Toschi, era stato avvicinato da alcuni ragazzi che con violenza si erano impossessati del suo telefono cellulare e di un euro in suo possesso, per poi fuggire verso la stazione ferroviaria. Anche in questo caso, in sede di denuncia, tramite la visione di un fascicolo fotografico, la vittima aveva riconosciuto gli autori della rapina.

Il terzo episodio si è verificato il 13 febbraio, quando alcuni 15enni erano rimasti vittima di una rapina all’interno del Parco ducale.

Il gruppo – una sorta di vera e propria baby gang – aveva accerchiato i minori con un pretesto e subito dopo strappato di mano il portafogli ad uno di essi, prelevandovi all’interno la somma di 60 euro per poi darsi alla fuga. Le giovani vittime avevano inseguito gli autori del reato, riuscendo a bloccarne uno sino all’arrivo della pattuglia dei carabinieri che lo aveva arrestato in flagranza di reato. Gli altri erano riusciti a fuggire dopo una colluttazione, a seguito della quale due delle vittime avevano riportato un trauma cranico-facciale e toracico ed escoriazioni varie, guaribili rispettivamente in 7 e 5 giorni.

Non paghi, nei giorni successivi uno degli aggrediti ed il padre avevano subito, tramite videochiamate, pesanti minacce da parte di un componente del “gruppo”. Il minorenne era stato anche raggiunto all’esterno dell’istituto scolastico che frequenta, dove aveva subito ulteriori pesanti minacce e percosso per fargli ritrattare le accuse .

Il quarto episodio si è verificato lo scorso 3 marzo; nell’occasione due dei componenti del gruppo, in via Garibaldi, erano riusciti a strappare dalle mani di un 15enne il portafogli prelevandovi la somma di 300 euro per poi darsi alla fuga. Anche in questo caso, a seguito della denuncia sporta, attraverso successive attività d’indagine, si è arrivati all’identificazione degli autori. Emergeva nell’occasione che si trattava sempre degli stessi soggetti,

Il Procuratore D’Avino ha sottolineato come la partecipazione corale di più forze di Polizia (nella circostanza, Arma dei Carabinieri e Polizia Locale) ad un’attività investigativa non può che essere apprezzata e degna di menzione: si traduce in una concreta operazione di bonifica del territorio a beneficio della cittadinanza tutta ed in un modo per “riappropriarsi”, da parte dello Stato, di fette di territorio sottraendolo agli attacchi della delinquenza”.

 

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