Lo zio di Saman Abbas, Danishj Hasnain, è stato arrestato mercoledì mattina verso le 10 alla periferia di Parigi. Il pachistano è stato bloccato dalla polizia francese, in esecuzione di un mandato di arresto europeo, rintracciato in collaborazione con i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia.
Hasnain è uno dei cinque parenti della 18enne indagati per l’omicidio della ragazza. La giovane si era ribellata a un matrimonio forzato in patria ed è scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) la notte tra il 30 aprile e il primo maggio.
Quella notte affidata allo zio Danish
I genitori l’avevano affidata proprio allo zio Danish, 33 anni, notoriamente un uomo violento, perché lei si opponeva al matrimonio combinato in Pakistan e si ostinava a voler vivere liberamente, all’occidentale. Che Saman temesse per la propria vita è una certezza. Il suo fidanzato lo ha ripetuto più volte ai carabinieri. Lei gli aveva addirittura detto: «Se non mi faccio sentire per più di 48 ore avverti le forze dell’ordine…».
L’ipotesi dell’omicidio
Le indagini virano verso la pista dell’omicidio quando in provincia di Imperia viene fermato, il 9 maggio (data alla quale nessuno della famiglia era ancora ricercato per il delitto), il fratello sedicenne di Saman. Che racconta subito per sommi capi quello che sarebbe successo. Aggiungendo di «temere» lo zio. Questi, tra l’altro, lo ha trascinato con sé nella fuga assieme ai cugini, il 28enne Ikram Ijaz (fermato poi a Nîmes mentre cercava di raggiungere la Spagna) e Nomanulhaq Nomanulhaq, 33.
Rintracciato grazie ai «fake» sui social
Non è del tutto chiaro, per ora, come i carabinieri reggiani, diretti da Andrea Milani, siano arrivati sulle tracce di Hasnain. È assai probabile — emerge dalla conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio al comando provinciale — che qualche indizio sia arrivato dalla sua presenza sui social, dove continuava ad avere profili fake. Nel mandato di arresto europeo sono dettagliati device e ip, quelli che hanno consentito agli investigatori di individuare l’indirizzo presso il quale si nascondeva l’uomo.
Sparito nel nulla ad Imperia
Le sue tracce si erano perse ad Imperia, quando era stato fermato, appunto, con il nipote, per un normale controllo, dalla polizia. Il minore era stato affidato a un centro mentre lo zio, in quel momento senza documenti — che aveva preferito non portare con sé proprio per evitare noie in caso di controlli — era stato invitato a ripresentarsi all’indomani per regolarizzare la sua posizione. Ma non lo ha fatto ed è sparito.
Nascosto a Parigi a casa di connazionali
Anche Oltralpe Hasnain non aveva documenti con sé quando è stato controllato, ma sarebbe stato riconosciuto e quindi tradito da un neo sul volto. La conferma si è avuta con la comparazione delle impronte digitali. Per arrestarlo la polizia francese, che opera d’intesa con i carabinieri di Reggio Emilia, ha fatto irruzione verso le 10 in un appartamento della periferia di Parigi, in rue de Bastion, nella zona Garges les Gonesse non lontano dallo stadio Saint Denis, dove l’uomo si trovava con alcuni connazionali, estranei all’accaduto. Era controllato e pedinato da alcuni giorni dagli investigatori francesi, coordinati con quelli italiani. Al momento, a quanto risulta ai carabinieri, non sono state ritrovate armi. I militari non posso escludere che anche l’altro cugino, indagato insieme ai genitori della ragazza, allo zio e all’altro cugino, al momento detenuto nel carcere di Reggio Emilia, possa trovarsi in Francia.
Le dichiarazioni degli avvocati