Appalti Comune, Di Matteo: “Vecchi è indagato”

“Anche il sindaco Vecchi, indagato in quell’indagine in cui erano state ritardate le perquisizioni, l’inchiesta sui bandi di gara del Comune, aveva pubblicamente esternato la sua solidarietà al procuratore Mescolini. La collega Salvi (Valentina Salvi, il sostituto procuratore titolare delle indagini sui bandi del Comune e sui fatti di Bibbiano, ndr) arrivava a dire che, d’ora in avanti, qualsiasi tipo di indagine fatta da questa procura sicuramente avrebbe suscitato, in un senso o nell’altro, il sospetto di essere conniventi con una parte politica”.

Lo ha detto davanti al plenum del Csm il pm Antonino Di Matteo, cittadino onorario di Reggio, firmatario della delibera della prima commissione del Csm che ha votato, all’unanimità, il trasferimento del procuratore di Reggio Marco Mescolini. La richiesta è stata accolta ieri dal Csm che, sempre all’unanimità, ha disposto il trasferimento fuori Regione di Mescolini per incompatibilità funzionale e ambientale.

Di Matteo dice: “Molti articoli di stampa hanno ipotizzato un collegamento, che poi è stato sospettato dagli attuali sostituti procuratori, fra la nomina del dottor Mescolini e una ritenuta vicinanza al Pd alimentata dal fatto che, nel 2006, aveva svolto un incarico fuori ruolo come capoufficio del vice ministro dell’Economia che apparteneva quel partito. Tutti questi avvenimenti hanno determinato, non solo nei quattro sostituti procuratori (quelli che hanno fatto l’esposto contro Mescolini, ndr), ma all’interno della procura, come tutti hanno riferito, un sentimento di disagio e di compromissione del loro lavoro. Avere imposto la postiticipazione delle perquisizioni nelle indagini sui bandi è stato visto come un tentatvo di non pregiudicare la candidatura del sindaco uscente del Pd. Avere fatto una conferenza stampa, in cui si dava atto della scelta investigativa del rinvio della misura per non influenzare il ballottaggio, è stata vista come una sorta di captatio benevolentiae nei confronti del Pd e del sindaco”.

Poi Di Matteo ribadisce: “Il sindaco di Reggio Emilia indagato e ora credo imputato, visto che l’avviso di conclusione indagini è stato sottoscritto ad agosto e quindi sappiamo che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, si è sentito in dovere di manifestare pubblicamente la sua solidarietà al procuratore”.

Di questa notifica, tuttavia, non si è mai saputo nulla e, d’altronde, il nome del sindaco Luca Vecchi non è mai comparso fra i 26 indagati nell’inchiesta sui bandi. A questo proposito il primo cittadino ha detto stamattina alla Gazzetta di Reggio: “Ho appreso con sorpresa di queste dichiarazioni. Confermo che io non ho mai ricevuto nessuna formale comunicazione su questo procedimento”

La replica di Mescolini: “Risparmiatemi quest’onta che non merito” – L’ ex procuratore di Reggio Emilia conclude così: “Io chiedo che venga fatta un’istruttoria serenissima che non lasci nulla di intentato. Penso di non fare male il procuratore, ma mi rimetto alla vostra volontà. Non posso tollerare che si affermi che io faccia il magistrato guardando i bianchi e i rossi. Penso che nelle carte ci siano gli elementi per sostenere quanto dico io. Vi chiedo, con tutto me stesso, di risparmiarmi quest’onta che non merito. Di essere allontanato sine die e sine luogo come penso non sia mai successo dall’inizio della storia della magistratura e su presupposti di questo genere”.

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